Il problema rilevato/segnalato
È noto come in Italia i costi di avviamento di uno studio legale siano molto elevati ed è altrettanto noto quanto sia difficile per un avvocato appena abilitato formarsi una stabile clientela tale da garantire introiti costanti. Tale stato di fatto ha causato un dumping professionale, con conseguente perdita di potere economico e contrattuale dei singoli avvocati, e l’affermazione di forme di esercizio della professione ben lungi dal modello ideale della libera Avvocatura.
Nell’attuale realtà italiana convivono due ordini di Avvocati: da un lato i titolari di Studio o cd. domini e dall’altro i collaboratori, anch’essi avvocati ma collaboratori, ovvero tutti coloro che a causa dei costi troppo elevati per il mantenimento di uno studio legale, della difficoltà di garantirsi un reddito costante e certo, della concorrenza al ribasso sul mercato, sono costretti, pur di esercitare una professione che amano, a mettere la propria competenza professionale a disposizione di un collega che ha, invece, i mezzi tali da sostenere i costi di uno studio in maniera esclusiva e continuativa.
Tale fenomeno è divenuto oramai la regola soprattutto in diverse città metropolitane italiane e viene designato con la denominazione di “avvocato mono-committente”. Gli avvocati monocommittenti sono quelli che “son sospesi” tra la libera professione e il lavoro dipendente: una figura ibrida che delinea una fattispecie sintomatica dell’esistenza di un rapporto di collaborazione o di lavoro subordinato mascherato.
Come sono intervenuta
Dopo aver rilevato il problema, tra l’altro segnalatomi a gran voce da gran parte dell’Avvocatura italiana, ho provveduto in data 15 ottobre 2020 a presentare una proposta di legge recante la “Disciplina del rapporto di collaborazione professionale dell’avvocato in regime di monocommittenza nei riguardi di un altro avvocato o di un’associazione professionale o una società tra avvocati“, un progetto di riforma che, attraverso la previsione di una specifica e puntuale disciplina ad hoc del rapporto di collaborazione professionale tra il soggetto committente e il collaboratore, introduce un sistema di garanzie e di tutele per gli avvocati mono-committenti, al fine di ovviare agli evidenti squilibri economici che caratterizzano la classe forense italiana, mantenendo altresì però inalterati i principi di libertà, autonomia ed indipendenza che da sempre caratterizzano la professione forense.
La proposta di legge è già all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Potete leggere la proposta di legge cliccando sul pulsante.