Il problema segnalato
Alcuni lavoratori del Giornale di Sicilia mi hanno segnalato che nei giorni 28 e 29 ottobre 2020 il Giornale di Sicilia, storica testata diffusa nella regione Sicilia, non è stato nelle edicole per uno sciopero proclamato dal comitato di redazione, dopo che la parte datoriale ha avanzato la proposta di decurtazione dello stipendio dei lavoratori del 41 per cento, e il licenziamento di 17 giornalisti.
Il comitato di redazione, auspicando un intervento da parte del governo regionale e di quello nazionale, ha ribadito che continuerà a fare sentire le proprie ragioni ovunque sia necessario, rimanendo sempre disponibile a riprendere il dialogo, purché su basi che non compromettano la sopravvivenza del giornale e delle famiglie dei dipendenti.
Appare irragionevole la politica aziendale portata avanti dalla Ses, controllata dalla fondazione Bonino Pulejo, che ha acquistato il pacchetto di maggioranza del quotidiano palermitano appena tre anni fa, che rifiuta di mettere in campo un ventaglio di soluzioni possibili (piani di prepensionamento, esodi incentivati, trasferimento alla redazione del sito internet inspiegabilmente ancora affidato a un service esterno), preferendo piuttosto attuare un piano espulsivo in controtendenza non solo rispetto a tutti gli altri giornali italiani e siciliani, ma anche rispetto alle scelte del Governo che sta lavorando ad un ambizioso piano di rilancio del settore dell’editoria ed ha preannunciato che risorse del Recovery Fund verranno utilizzate anche per sostenere gli editori e tutelare i lavoratori di questo fondamentale comparto.
Come sono intervenuta
A seguito delle segnalazioni ricevute, ho provveduto in data 02/11/2020 a presentare una interrogazione parlamentare a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali per chiedere di adottare i provvedimenti utili e opportuni per addivenire al più presto ad una soluzione che possa salvaguardare l’occupazione di chi da anni lavora per il Giornale di Sicilia.
Potete leggere l’interrogazione parlamentare cliccando qui:
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/07357&ramo=CAMERA&leg=18