Sicilia, “Non escludere comuni periferici da strategia aree interne”. Interrogazione M5S al Ministro per il Sud

Mag 22, 2020 | Comunicati Stampa

“Puntare ad un innalzamento quantitativo e qualitativo dei servizi essenziali nelle zone economicamente depresse delle province siciliane, senza escludere nessuno e col fine di innescare nuovi percorsi di crescita e di sviluppo”. È quanto chiesto al Ministro per il Sud attraverso una interrogazione a prima firma Roberta Alaimo e firmata dai parlamentari Giuseppe Chiazzese, Valentina D’Orso, Vita Martinciglio, Andrea Giarrizzo, Vittoria Casa e Caterina Licatini.

Dal 2012 è stata avviata la costruzione di una Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne che ha il duplice obiettivo di adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità e di promuovere progetti di sviluppo che valorizzino il patrimonio naturale e culturale di queste aree. In Sicilia sono state individuate cinque Aree Interne: Terre Sicane, Calatino, Nebrodi, Madonie, Simeto Etna; le suddette aree aggregano Comuni definiti intermedi, periferici e ultra periferici per la loro elevata distanza dai centri erogatori di servizi.

Secondo i parlamentari del Movimento 5 Stelle “nell’individuazione dei Comuni rientranti in alcune aree interne della Sicilia, sono stati esclusi comuni che, non solo sono confinanti con le Terre Sicane ma, per le loro peculiari caratteristiche come la distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali, la difficoltà nel raggiungimento degli stessi a causa delle condizioni delle strade siciliane e per il fatto di essere zone economicamente depresse, potrebbero essere inserite in una nuova Area Interna. Per esempio come la zona del Corleonese, che si estende da Palazzo Adriano a Camporeale, da Villafrati a Vicari, fino ad arrivare a San Giovanni Gemini, zone in cui si riscontrano elevate criticità di carattere territoriale (dissesto idrogeologico) e demografico (spopolamento)”.

L’art. 243 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto Rilancio) ha incrementato il Fondo di sostegno alle attività economiche nelle aree interne di 60 milioni per l’anno 2020, 30 milioni per l’anno 2021 e di 30 milioni per l’anno 2022, “al fine di consentire ai Comuni presenti nelle aree interne di far fronte alle maggiori necessità di sostegno del settore artigianale e commerciale conseguenti al manifestarsi dell’epidemia da Covid-19”.

“Adesso è necessario intervenire – hanno concluso i parlamentari M5S – in quelle aree particolarmente critiche del nostro territorio finora ingiustamente escluse dalla Strategia Nazionale Aree Interne”.

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